Fino al 1981, in Italia, esisteva la legge sul delitto d’onore. Uccidere una donna per aver infangato l’onore delle famiglia era regolato con una legge che prevedeva il carcere da 3 a 7 anni. Si poteva uccidere anche il secondo colpevole, e tra stato d’ira e lesioni reciproche le pene erano sempre più lievi.
Oggi, questa legge ci appare una barbaria. Un sopruso legale per uccidere un essere umano e non pagarne le conseguenze. Una condizione abominevole di sopruso patriarcale. In un’analisi del contesto che porta a tali decisioni dobbiamo andare però indietro nel tempo e vedere come era il mondo prima che una tale legge fosse approvata.
Delitto d’onore: passo avanti o passo indietro?
Chiederci quindi cosa accadeva prima. La risposta è ancora peggiore. La pena massima poteva arrivare a tre anni, ma in pratica non si faceva nemmeno un giorno di carcere. Spesso, non c’era nemmeno la denuncia. Quanti erano quindi in un anno i delitti di questo tipo? Impossibile a dirsi. Possiamo quindi affermare che la legge sul delitto d’onore sia stato un miglioramento della condizione precedente?
Studiare il nostro passato ci aiuta a comprendere l’evoluzione della morale e le sue conseguenze. Quello che noi oggi chiamiamo follia, lo era probabilmente anche in passato per molti: sia per chi vedeva la legge ancora insufficiente sia per chi vedeva dover andare in galera per una cosa che prima era consentita un sopruso dello stato.
Oggi non è accettabile analizzare situazione presenti secondo standard che non partano da una base minima condivisa come la dichiarazione universale dei diritti umani, per esempio. Le connotazione storico, culturali, religiose, non reggono, altrimenti sarebbe come giustificare ogni cosa.
Minimo accettabile
Il primo tentativo di abolire la legge portò a una decisione ancora peggiore. La legge fu dichiarata incostituzionale, non per la sua brutalità ma per la chiara mancanza di equità tra i sessi. La legge fu modificata in modo che il pater familias potesse uccidere anche i familiari di sesso maschile.
Un po’ come se oggi per il gender gap sul posto di lavoro si abbassassero gli stipendi agli uomini e non si assumessero i futuri papà. Avremmo risolto il problema?
Un giorno vedremo anche la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo come obsoleta, perché così risulterà ai nostri discendenti.