Categorie
etica

La paura del nuovo e la droga dell’attenzione

“Una macchina a guida autonoma ha avuto un incidente”. Quante volte avete sentito questa frase? Quante volta ha catturato la vostra attenzione? La paura del nuovo e del cambiamento è un bias noto del nostro cervello. Ogni novità introduce possibili pericoli e il modificarsi di una situazione, magari non bella, ma conosciuta. Qualcosa con cui sappiamo convivere. Chi crea contenuti deve farli leggere o vedere o ascoltare altrimenti non avrebbe un lavoro, questo comporta che debba attirare la nostra attenzione. Tutto lecito, sta a noi capire perché reagiamo in questo modo.

Mondo noto

Se ascoltiamo di un grave incidente in autostrada, ci siamo abituati. È terribile se qualcuno si è fatto male, ma fa parte del normale procedere delle cose. Possiamo arrabbiarci, possiamo dare la colpa allo stato, alle condizioni della strada, all’imprudenza dell’autista, scendendo sempre più nel becero se sono coinvolti cittadini di altre nazionalità e culture. Tutto però rientra dopo qualche secondo.

Due auto coinvolte in un incidente
Image by aleksandarlittlewolf on Freepik

Quando un’auto a guida autonoma ha un incidente in Cina, di cui non si conosce nemmeno se la guida al momento dell’indicente fosse autonoma o manuale, ecco che ne parla l’intero pianeta per giorni. La notizia fa audience, come si dice. Siamo pronti e interessati a seguire gli aggiornamenti. Mettere la nostra vita nelle mani di una AI genera timore in molti di noi.
Eppure, se ci pensate bene, facciamo lo stesso quando prendiamo il taxi, il treno o l’aereo. Lo facciamo quando attraversiamo la strada. Lo facciamo anche quando guidiamo la nostra nuova macchina. Una macchina in cui giriamo il volante, premiamo il freno e l’acceleratore, ma in realtà è il software della centralina che decide cosa fare seguendo i nostri “consigli“. Per non menzionare il cambio automatico o i diversi assetti di guida o il parcheggio assistito. La verità è che, da diverso tempo, ci siamo abituati a co-guidare l’automobile.

Avi e AI

Pensate per un attimo a come avrebbe reagito un nostro antenato all’idea si salire su una nostra auto moderna. Un’auto che non guidiamo da soli, ma insieme a una “cosa” che decide con noi. Cosa vedreste nei suoi occhi? Stupore o paura?

Thomas Edison su un'auto elettrica del 1903 - paura del nuovo che p già vecchissimo
Thomas Edison su un’auto elettrica nel 1903

Non diamo mai per scontato che i problemi del nostro tempo siano del tutto nuovi. Sono spesso soltanto una variante di problemi già affrontati. Non tutti erano contenti della corrente elettrica e hanno provato a boicottarla. Non tutti erano a favore delle automobili e gli preferirono il cavallo per decenni. Quelle persone non era stupide, avevano altri valori e altri punti di vista, e hanno reagito in modo diversa da come è andato il mondo.

La loro novità, la corrente elettrica, uccideva al solo contatto con due fili scoperti. Uccideva al contatto con l’acqua. Causava corti circuiti e incendi. Tutte problematiche e pericoli che avrebbero portato in casa. I genitori erano terrorizzati per i propri figli.
Attenzione, questo non vuol dire che la casa era sicura tra camini, stufe e gas. C’erano tanti incendi, esplosioni, morti nel sonno e indicenti domestici vari, ma ci era abituati, li conoscevano e li avevano accettati.

Locandina luddista contro la corrente elettrica. La paura genera attenzione.
Locandina luddista contro la corrente elettrica

Quando abbiamo paura di qualcosa di nuovo proviamo a comprenderne le origini e a fare il confronto con qualcosa che usiamo già. Chissà quanto durerebbe un telegiornale nazionale con l’elenco di tutti gli incidenti stradali avvenuti sull’intero pianeta nell’arco di un solo giorno. Un elenco infinito e una noia, anche lei, mortale.